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Emanuele Fergola, matematico e astronomo napoletano, fu tra i più apprezzati scienziati del suo tempo. Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte tra il 1889 e il 1909 fu autore di un progetto mai prima attuato in campo astronomico e attinente alla questione internazionale della variazione delle latitudini che Fergola sosteneva fosse intrinseca e non dovuta a cause accidentali e locali. Nel 1883 Fergola presentò al Congresso dell'Associazione Geodetica Internazionale, a Roma, un progetto per monitorare le variazioni di latitudine che avrebbe dovuto coinvolgere coppie di osservatori astronomici situati a grandi differenze di longitudine ma posti sullo stesso parallelo. La sua proposta poté concretizzarsi solo nel 1892 con osservazioni simultanee tra l'Osservatorio di Napoli e quello di New York. Le corrispondenze di Fergola, pubblicate nel volume, sono una preziosa testimonianza della sua attività scientifica e dell'attuazione del suddetto programma. Le lettere con gli astronomi americani, J.K. Rees, H. Jacoby e H. S. Davis sono una vera e propria cronaca delle fasi in cui si articolò il progetto e grazie al quale l'ipotesi di Fergola risultò pienamente verificata.